Erano stati 107, in tutta Italia, i cinema coraggiosi capaci di riaprire già il 26 aprile. Una buona notizia dopo un anno e anche di più di sostanziale inattività, quasi fatale per un settore che vive di contatto con il pubblico e che non può certo “reinventarsi” nella fruizione a distanza: Netflix e simili, con tutto il rispetto per le piattaforme online, sono una cosa molto diversa da un cinema, come sa ogni appassionato che si rispetti.
Al 25 maggio i cinema aperti erano diventati 500, ora sono cresciuti ancora e la lista si aggiorna di ora in ora: e, cosa ancor più importante, sono già arrivate produzioni di alto livello, come il premio Oscar Nomadland, l’attesissimo Crudelia della Disney e l’ultimo film di Woody Allen – a differenza di quanto accaduto in occasione del primo lockdown.
Certo, il confronto al botteghino è impietoso: nel primo mese di riapertura, le sale italiane hanno incassato 3.621.230 euro, con 572.735 presenze, mentre due anni fa viaggiavano su numeri completamente diversi (52.641.775 euro e 7.849.898 presenze). Ma quello che conta, ora, è che la macchina dei sogni stia ripartendo: e per noi, che di cinema viviamo da sempre, non c’è notizia più bella.
