Il segreto è far crescere i giovani. Intervista a Sergio e Sara Martinelli

Il segreto è far crescere i giovani. Intervista a Sergio e Sara Martinelli

Stamattina vi lasciamo questa intervista ai nostri Sara e Sergio Martinelli uscita su Pathos Magazine, che parla di un altro importante aspetto di questa grande fucina che è appunto Studio Emme, cioè la produzione.

Buona lettura a tutti!

Fonte: https://pathosmagazine.it/il-segreto-e-far-crescere-i-giovani-intervista-a-sergio-e-sara-martinelli/

Da anni guidano lo Studio Emme, una fucina di promesse che sforna giovani attori ed attrici. Pretendono dedizione, accortezza e offrono una preparazione a tutto campo alle future star del grande e piccolo schermo. E ora intraprendono la strada della produzione. Sergio e Sara Martinelli raccontano a Pathos Magazine i loro nuovi progetti: due corti intensi, intitolati Quasi ora, per la regia di Luigi Pane, e Il nostro nome è Anna, di Mattia Mura Vannuzzi.

Distribuito da Pathos Distribution, Quasi ora è il vostro nuovo cortometraggio che quest’anno avremo il piacere di incontrare in molti festival. Come è nato questo progetto?

È nato tutto da un incontro. I nostri cari amici Gianluca e Marco Bertogna, già organizzatori di altre nostre produzioni, ci proposero di leggere la sceneggiatura di Quasi Ora, scritta dal regista Luigi Pane. Ci parlarono molto bene di lui: aveva vinto alcuni premi tra cui RIFF Awards 2017 con il corto L’Avenir, il Vaughan Film Festival in Canada ed il Valley Film Festival di Los Angeles, dove aveva raggiunto il premio come miglior cortometraggio con Black Comedy.

Che cosa vi ha colpito e cosa vi ha convinto a produrlo?

Leggemmo la sceneggiatura e ci colpirono gli argomenti trattati: si parlava di fascismo, politica, populismo, razzismo, la famiglia Italiana, l’ Europa. Tutti temi molto importanti perché lanciano segnali significativi a questa nuova generazione, spesso distratta, che ha dimenticato il passato, quello dei nostri nonni, coloro che hanno costruito l’Italia.

Quasi Ora può contare su un cast d’eccellenza. Com’è stato lavorare con questi quattro protagonisti?

Già conoscevamo la professionalità degli attori protagonisti: quando ci siamo recati sul set, abbiamo notato che c’era molta complicità ed intesa. Si percepiva un’energia positiva.

Luigi Pane è un regista che da anni frequenta con successo il mondo dei cortometraggi. Qual è stato il suo valore aggiunto al corto?

Esserne lo sceneggiatore e regista: questo era già una garanzia per noi. E infatti il risultato arriva diritto all’obiettivo, per come è stato diretto da Luigi, per gli attori che ha voluto accanto, lo staff tecnico. Insomma, lo avete detto anche voi: Lugi Pane frequenta con successo il mondo dei corti.

Studio Emme è una notissima agenzia di Management, ma frequentemente vi siete dedicati alla produzione. Come mai avete deciso di intraprendere anche questo percorso?

Tutto è iniziato con la produzione di corti realizzati appositamente per gli allievi che completavano le sessioni di studi presso la nostra scuola di recitazione cinematografica gestita dall‘Associazione Culturale Mondo Artistico. Da lì è nata l’idea di produrre dei corti, prestando sempre molta attenzione a tematiche sociali e rivolgendosi soprattutto ai giovani.

La pandemia ha colpito duramente il mondo della cultura, costringendo alla chiusura le sale cinematografiche. Quali scenari immaginate per il futuro del cinema?

Come tutte le altre categorie. Abbiamo avuto delle importanti ripercussioni economiche, ma siamo di natura ottimisti.Crediamo che il cinema italiano ritornerà più forte e produttivo di prima. Del resto, non è la prima volta che l’essere umano si trova di fronte ad una pandemia. Eppure il cinema e la televisione hanno tirato fuori dei capolavori. Vogliamo pensare che il Covid abbia dato modo di riflettere, pensare, elaborare e che, una volta finito tutto, avremo modo di trovarci di fronte a nuovi modi di fare cinema e TV. Noi siamo fiduciosi, sempre.

A proposito di futuro, nella vostra agenzia ci sono tantissimi giovani attori. Qual è il segreto per far crescere e non smarrire questi giovanissimi talenti?

Il segreto per farli crescere è quello di formarli, dare loro il giusto supporto, seguirli nella crescita personale e professionale. Vederli studiare, imparare il mestiere e infine raccogliere i frutti. Per noi è una bella soddisfazione!

Tra le attrici che avete formato e che ha riscosso maggiore successo c’è senz’altro Ludovica Nasti, una delle protagoniste dell’Amica Geniale. Recentemente la giovane interprete napoletana è stata protagonista de Il nostro nome è Anna, di Mattia Mura Vannuzzi, un corto prodotto da Studio Emme assieme ad Helix Pictures sulla figura di Anna Frank e distribuito da Siberia Distribution: come descrivere il personaggio a cui la Nasti ha dato vita? E cosa vi ha spinto a produrlo?

Ludovica per le sue particolari doti artistiche e per la sua fisicità era giusta per interpretare il ruolo di una moderna Anna Frank che promuove i suoi ideali e i suoi pensieri. Anna, nel corto, è una bambina moderna che lotta contro l’ indifferenza, il razzismo, il bullismo, persino contro le paure dei propri genitori. E ci insegna che non bisogna mai scoraggiarsi di fronte a ciò che ci capita davanti, soprattutto se si tratta di eventi negativi, che fanno male, che possono addirittura spingere un adolescente al suicidio. Questo ci ha spinto a produrlo: riprendere i forti pensieri del Diario, per riproporli oggi, con tematiche e risvolti attuali.

Il punto di forza di questo corto, distribuito da Siberia Distribution, qual è? La sua attualità? La sua delicatezza sognante?

Il nostro nome è Anna lancia un messaggio forte: Non siate indifferenti! Mai! Riteniamo opportuno che i giovani conoscano certi valori, che li sentano vicini, che si accorgano quando un compagno di classe viene deriso, perché talvolta certe cose non appaiono alla luce del sole, ma in un sottobosco fatto di paura. Quello che vogliamo dire è di non girarsi dall’altra parte, non seminare indifferenza. E ci è piaciuta la presenza di forti tematiche, affrontate anche con evidente poesia.

Il cast vede accanto alla Nasti anche Adelmo Togliani, Licia Amendola, Serena Bilanceri e Claudio Mazzenga: tutti attori che hanno saputo mettere la propria arte al servizio di una storia semplice e profonda. Qual è stato il loro contributo?

Un cortometraggio, per riuscire, deve essere formato da professionisti, e tutti gli attori del cast lo sono. Ognuno di loro si è appassionato alla storia, si è immedesimato nel personaggio da interpretare contribuendo a far diventare reali i personaggi stessi, così come erano scritti. Sul set si è creata una complicità e sinergia pazzesca.

Domanda finale d’obbligo: progetti per il futuro?

Siamo molto eccitati dall’idea di realizzare, a breve, ulteriori cortometraggi (che vedono protagonisti gli allievi della nostra scuola). Inoltre stiamo valutando alcune sceneggiature, sia per il cinema che per la TV. Siamo pronti ad una nuova sfida!