Intervista a Sabrina Martina #attoredellasettimana

Quando hai scoperto la recitazione e soprattutto quando hai deciso di voler fare l’attrice?
Ho scoperto la recitazione circa cinque anni fa quando, per la prima volta, ho partecipato ad una lezione di teatro presso Studio Emme. Non è mai stato, come in gran parte dei casi, un sogno che avevo da bambina; mi ci sono scontrata accidentalmente e, in questo modo, ho scoperto quello che tuttora è ciò che voglio essere nella vita: un’attrice. Ho deciso di volerlo diventare già dai primi giorni di corso nei quali ho cominciato a capire, grazie alla bravura e alle competenze dei professori, come funzionasse quel mondo e tutti gli affascinanti meccanismi che un attore deve vivere per poter essere tale!
Raccontaci della tua formazione professionale: dove si sta svolgendo e quali sono, secondo te, gli insegnamenti imprescindibili? 
La mia formazione professionale è stata principalmente caratterizzata dai corsi di recitazione (cinema, teatro e dizione) che ho seguito presso Studio Emme. Mi sono stati dati degli insegnamenti fondamentali e mi è stata trasmessa quella che dovrebbe essere la vera passione per la recitazione. Ovviamente, specialmente nel lavoro dell’attore, non si finisce mai di imparare quindi oltre alle lezioni da Studio Emme ho anche partecipato ad alcuni workshop, come quello di Pupi Avati. Dal mio punto di vista, non ci sono degli insegnamenti in particolare che devono necessariamente essere comunicati ma, quello che per me è importante, è far capire che recitare è una forma d’arte, è una creazione dell’attore stesso che può essere riprodotta in diversi modi ma tutti caratterizzati da passione e impegno.
Hai già un curriculum di tutto rispetto, con esperienze importanti, in ultimo “Il silenzio dell’acqua”, in cui sarai Grazia. Cosa puoi dirci di questo personaggio e che ruolo ha all’interno della trama? 
Leggere una sceneggiatura è un compito che richiede moltissima concentrazione perché bisogna fare attenzione a tutti quei dettagli scritti in essa che costruiscono il personaggio. Sono proprio questi, infatti, che rendono possibile entrarci perché lo delineano esattamente così com’è attribuendogli dei toni, dei gesti, degli atteggiamenti o delle azioni che se assunte, permettono di immedesimarcisi e rappresentarlo al meglio.


Quale percorso consiglieresti a un aspirante attore?

A mio parere, è fondamentale per un attore conoscere e successivamente sperimentare tutti i diversi metodi che si possono attuare nella recitazione, per questo suggerisco sempre un continuo studio. Ma a parte questo, l’unico consiglio che darei ad un aspirante attore è quello di divertirsi sempre e comunque, perché il lavoro dell’attore è un lavoro che sicuramente richiede fatica e molta concentrazione ma è un lavoro che, se fatto con passione, permette di divertirsi e sentirsi liberi di essere se stessi.
 
I tuoi sogni nel cassetto … ? 
Il mio sogno è quello di continuare a fare questo lavoro e continuare ad interpretare ruoli complicati ma al tempo stesso molto interessanti. Vorrei arrivare un giorno a lavorare con grandi registi dei quali ho sempre ammirato i capolavori come Tarantino, Scorsese o Spielberg e condividere con loro la mia passione per questo stupendo lavoro.