La regista afghana Sahraa Karimi lancia un appello al mondo del cinema!

La regista afghana Sahraa Karimi lancia un appello al mondo del cinema!

La regista Sahraa Karimi è la prima presidentessa donna dell’Afghan Film Organization e adesso ha bisogno di aiuto.

I Taleban hanno preso l’Afghanistan

È di qualche giorno fa la notizia della presa della città di Kabul da parte dei Taleban. Continuano ad arrivare notizie preoccupanti sulla gestione della situazione afghana.

Da una parte i Taleban cercano di tranquillizzare l’Occidente, affermando che “sono cambiati”, dall’altra – soprattutto dopo la reintroduzione della Shari’a – si teme una violazione dei diritti della popolazione , soprattutto quella femminile.

Tra coloro che temono per la propria incolumità, c’è anche Sahraa Karimi.

Ricordiamo la regista soprattutto per il film Hava, Maryam, Ayesha, in cui ha trattato i temi della gravidanza e dell’aborto in Afghanistan, presentato nel 2019 alla Mostra del cinema di Venezia.

Il 13 agosto Sahraa ha pubblicato una straziante lettera aperta su Twitter indirizzata alla comunità cinematografica internazionale: la richiesta è quella della nostra voce.

Il tweet di Sahraa Karimi

A tutte le comunità cinematografiche nel mondo e a chi ama il cinema e i film!

Mi chiamo Sahraa Karimi, sono un regista e l’attuale direttrice generale di Afghan Film, unica società statale fondata nel 1968. Vi scrivo col cuore a pezzi e con la profonda speranza che possiate unirvi a me nel proteggere il mio bellissimo popolo, specialmente i cineasti, dai Talebani. Nelle ultime settimane hanno preso il controllo di molte province. Hanno massacrato il nostro popolo, rapito molti bambini, venduto le donne come mogli per i loro uomini, ucciso una donna per come era vestita, hanno cavato gli occhi a una donna, torturato e ucciso uno dei nostri amati attori, assassinato uno dei nostri poeti storici, assassinato il capo della cultura e dei media del governo, hanno assassinato persone legate al governo, hanno impiccato pubblicamente alcuni dei nostri uomini, hanno disperso centinaia di migliaia di famiglie. Famiglie che ora sono nei campi di Kabul in condizioni terribili. Nei campi si saccheggia e i neonati muoiono perché non hanno latte. È una crisi umanitaria. Eppure il mondo resta in silenzio.

Ci siamo abituati a questo silenzio, eppure sappiamo che non è giusto. Sappiamo che la decisione di abbandonare il nostro popolo è sbagliata, che questo affrettato ritiro delle truppe è un tradimento del nostro popolo e di tutto quello che abbiamo fatto quando l’Afghanistan ha vinto la Guerra Fredda per l’Occidente.  La nostra gente venne abbandonata allora, cosa che portò all’oscuro governo dei Talebani e ora, dopo 20 anni di immensi progressi per il nostro Paese e specialmente per le generazioni più giovani, tutto potrebbe essere di nuovo perduto in questo abbandono.

Abbiamo bisogno della vostra voce. I media, i governi e tutte le organizzazioni umanitarie stanno opportunamente in silenzio ora, come se questo “trattato di pace” coi talebani fosse in qualche modo legittimato. Non è mai stato tale. Riconoscerli ha dato loro la fiducia per tornare al potere. I Talebani hanno continuato a brutalizzare la nostra gente durante tutto il periodo delle trattative. Tutto quello per cui ho lavorato duramente per costruire come cineasta in questo paese rischia di crollare. Se i Talebani vanno al potere bandiranno ogni tipo di arte. Io e gli altri registi potremo essere i prossimi sulla lista dei loro bersagli. Toglieranno alle donne i loro diritti, saremo spinte nell’ombra delle nostre case e la nostra voce e la nostra espressione saranno soffocate nel silenzio. Quando i Talebani erano al potere, nessuna ragazza andava a scuola. Oggi oltre 9 milioni di ragazze ci vanno. Questo è incredibile. All’università di Herat, la terza città più grande caduta nelle loro mani, c’era il 50 per cento di donne. Questi sono progressi incredibili che il mondo conosce a malapena. Solo in queste poche settimane, i Talebani hanno distrutto molte scuole e 2 milioni di ragazze adesso non possono più andarci.

Non capisco questo mondo. Non capisco questo silenzio. Rimarrò e combatterò per il mio paese. Ma non posso farlo da sola. Ho bisogno di alleati come voi. Per favore aiutateci a far sì che il mondo si interessi a quello che ci sta succedendo. Per favore aiutateci ad informare i media più importanti dei vostri paesi di quello che sta accadendo qua in Afghanistan. Se i Talebani prendono Kabul, potremmo non avere più accesso a internet e ad altre forme di comunicazione.

Questa non è una guerra civile, è una guerra per procura, è una guerra imposta ed è il risultato degli accordi tra gli USA e i Talebani. Per favore diffondete il più possibile questo sui vostri media e scrivete di noi sui social.

Il mondo non dovrebbe voltarci le spalle. Abbiamo bisogno della vostra voce e del vostro sostegno a nome delle donne, dei bambini, degli artisti e dei registi afgani. Questo sostegno sarebbe l’aiuto maggiore di cui abbiamo bisogno proprio ora. Per favore aiutateci a far circolare la voce di non abbandonare l’Afghanistan. Per favore aiutateci prima che i Talebani prendano Kabul. Abbiamo pochissimo tempo, forse giorni. Grazie infinite. Apprezzo profondamente il vostro cuore puro e sincero”.

Studio Emme non può che sostenere la richiesta di Sahraa Karimi e divulgare il più possibile il suo messaggio.