C’è stato un momento, nel corso della cerimonia dei David di Donatello, in cui il cinema italiano ha riscoperto il rapporto – antico e quasi ancestrale – con i bambini, gli adolescenti, i ragazzi. Il momento davvero commovente della cerimonia è infatti stato quello della giovanissima figlia di Mattia Torre, Emma, che ha ricevuto – insieme alla mamma Francesca – il premio per la miglior sceneggiatura di ‘Figli’ vinto dal padre scomparso nel 2019 a soli 47 anni.
Le parole di Emma, straordinarie per lucidità e profondità emotiva, hanno lasciato di stucco l’uditorio:
“Dedico il premio al mio fratellino Nico che mi fa ammazzare dalle risate e a mia mamma che non si arrende mai. Questo film parla di famiglie sole e bambini che nascono, ringrazio le ostetriche e i medici che non fanno volare via le persone. Bravo papà”.
Emma Torre
Un momento di vibrante intensità: mentre Emma parlava, le telecamere hanno inquadrato un commosso Valerio Mastandrea, protagonista di Figli insieme a Paola Cortellesi, ma soprattutto grande amico di Mattia Torre, con cui ha collaborato a lungo in teatro e in TV. Torre è infatti un indimenticato protagonista del cinema italiano: sceneggiatore, autore televisivo e regista, un vero talento nel raccontare la quotidianità, una scrittura contemporaneamente ironica e toccante in cui il pubblico si riconosceva con facilità. Insieme a Luca Vendruscolo e Giacomo Ciarrapico aveva creato la serie di successo Boris, poi diventata film, in cui si raccontavano le esilaranti avventure di un gruppo di lavoro intorno ad una soap opera, Gli occhi del cuore.
Chi ha conosciuto il talento lieve di Mattia Torre sa che l’idea della figlia minorenne che ritira il David di Donatello vinto dal padre defunto gli sarebbe sembrata un colpo basso. Il rischio di retorica era inciso nelle circostanze e uno come lui, capace di scherzare persino sul proprio funerale, si sarebbe rifiutato di inserire una scena simile in un film. Ma se potesse vederla adesso, quella scena, sarebbe ancora più orgoglioso di avere messo al mondo, oltre a «Boris» e altri piccoli capolavori, una ragazzina come Emma, con i suoi dodici anni e il suo apparecchio per i denti.
Massimo Gramellini
Da noi di Studio Emme, abituati a lavorare da sempre con ragazzi di ogni età, un pensiero particolare per la piccola Emma e sua mamma, nel ricordo di Mattia Torre e della sua brillante, sempre gentile creatività.