Prossimamente sarai in tv nella serie L’Aquila, che parla del post terremoto che ha colpito questa città. Quanto è stato difficile interpretare, non tanto il personaggio assegnatoti, quanto l’argomento così delicato e difficile?
Il bello del lavoro di attore è poter interpretare ruoli che hanno a che fare con tematiche spesso impegnative come quelle che al centro della fiction sull’Aquila. Per me è stata un’esperienza molto intensa e stimolante che mi ha avvicinato ad una realtà complessa e per molti aspetti drammatica, come il terremoto e le sue conseguenze sui cittadini.
Così giovane e hai già un cv di tutto rispetto: ci racconti come hai scoperto la recitazione e soprattutto quando hai deciso di fare l’attore?
Ho deciso di fare l’attore a 15 anni perché ho capito, lasciando l’infanzia, quanto può essere importante per me questo lavoro. Mi piaceva farlo fin da bambino ma a quell’età non ne avevo una precisa coscienza, né mi ponevo il problema di quello che volevo fare nella vita.
Che consiglio daresti a un tuo coetaneo che vuole intraprendere questa carriera?
Prima di tutto devi capire se ti piace recitare, in secondo luogo devi scegliere se sei disposto a fare dei sacrifici. Infine devi valutare se sei disposto a rischiare. Se rispondi positivamente a queste 3 domande, iscriviti a un corso di recitazione e ad un’agenzia di attori e fatti una cultura cinematografica.
C’è un attore da cui prendi ispirazione?
Ci sono tanti attori che ammiro, ma penso che sarebbe una cosa sbagliata imitarne qualcuno. La cosa che conta è entrare nel personaggio dimenticandosi di se stesso e anche degli altri attori. Ciò non vuol dire che io non ammiri numerosi attori italiani e stranieri ma preferisco non fare un elenco che trascurerebbe qualcuno.
I tuoi sogni nel cassetto?
Vedere tutti i posti del mondo, confrontarmi con Paesi, spazi e culture diverse. E andare sulla luna.