RAI Cinema: una strategia di produzione per i film italiani

RAI Cinema: una strategia di produzione per i film italiani

Rai Cinema ha presentato per voce dell’amministratore delegato Paolo Del Brocco, la programmazione al Torino Film Festival venerdì scorso, parlando di un adeguamento della strategia produttiva della sua società a favore di film italiani con budget più elevati.

“The Fabelmans” di Steven Spielberg, “Killers of the Flower Moon” di Martin Scorsese, “Ferrari” di Michael Mann, “The Palace” di Roman Polanski, “The Son” con Anthony Hopkins e “Golda” con Helen Mirren sono tra le uscite in sala previste per il resto dell’anno e per il prossimo per 01 Distribution.

Oltre ai titoli internazionali, lo slate di 01 Distribution presenta una forte componente italiana, tra cui “La Conversione” di Marco Bellocchio, “Io capitano” di Matteo Garrone, “Il ritorno di Casanova” con Toni Servillo, “Comandante” di Edoardo De Angelis con Pierfrancesco Favino e “Finalmente l’alba” di Saverio Costanzo con Lily James e la protagonista Rebecca Antonaci.

“Il Cinema illumina le nostre vite”

“È un elenco luminoso perché il cinema in sala illumina le città, gli spazi urbani, ma soprattutto illumina le nostre vite, arricchendole dal punto di vista culturale, sociale e intimo”, ha detto Del Brocco.

17 film in programma per il 2023: una sola donna, ma è un caso

I film in programma sono 17, ma solo uno è diretto da una donna, “La chimera” di Alice Rohrwacher. “Le donne registe sono meno numerose degli uomini, ma il loro numero sta crescendo. Il fatto che ci sia solo una donna in questa lista è un’assoluta coincidenza”, ha detto Del Brocco. Ha citato più di 20 nomi di registe che lavorano a film italiani in fase di montaggio, uscita o produzione, tra cui Annarita Zambrano, Cecilia Bozza Wolf, Eleonora Danco, Emilia Mazzacurati e Valeria Bruni Tedeschi.

“Dante”con Elisa Pierdominici è tra i film che conquistano le sale italiane

La presentazione è iniziata con una nota positiva: gli indicatori sono incoraggianti per il cinema italiano, e tutto fa pensare a un graduale ritorno del pubblico in sala. “In cima alla classifica Cinetel [box office], accanto all’animazione americana e ai titoli di supereroi, negli ultimi mesi abbiamo visto molti film italiani. Mi riferisco ai risultati de “La Stranezza”, “I colibrì”, “L’ombra di Caravaggio”, “Dante”, “Il signore delle formiche” e “Diabolik” di Roberto Andò, che è appena uscito e sta andando piuttosto bene”, ha detto Del Brocco.

La combinazione dei festival di Venezia e Roma ha contribuito a ripristinare la fiducia nel cinema italiano e nelle sale in generale, oltre a rafforzare il valore dei film italiani sul mercato.

Sebbene le cifre del box office permettano all’industria di essere fiduciosa per il futuro, Del Brocco ha riconosciuto che non sono ancora al livello pre-pandemico. Tuttavia, ha aggiunto: “Indicano comunque che il cinema italiano di qualità è apprezzato e comincia a fare numeri interessanti in sala”.

L’ultima legge sul cinema italiano: ottimi risultati

La conferenza stampa è stata anche l’occasione per sottolineare che l’ultima legge sul cinema italiano ha prodotto grandi risultati per l’intero settore cinematografico e televisivo. “Le risorse sono aumentate notevolmente e, senza l’azione del governo durante la pandemia, avremmo assistito alla chiusura di molte case di produzione. Ma ora bisogna andare oltre, perché è urgente semplificare le procedure di accesso alle diverse forme di finanziamento che derivano da questa legge sul cinema”, ha detto Del Brocco. “Un’altra urgenza per il sistema cinema è lo sblocco per l’anno in corso e l’estensione per gli anni futuri del tax credit per la distribuzione”.

Per RAI Cinema, inoltre, è necessario discutere la questione delle finestre di uscita, ovvero i periodi in cui un film deve rimanere in sala in esclusiva, attualmente fissati in Italia, salvo eccezioni, a 90 giorni. “È necessario avere una regola chiara, qualunque essa sia. La scelta del pubblico di andare o meno a vedere un film in sala dipende da diversi fattori, ma sono convinto che un’indicazione univoca sul periodo di esclusiva della sala per tutti i film possa essere significativa nel tempo. Anche negli Stati Uniti è in corso un ripensamento della politica delle finestre. Coloro che sono stati determinanti nella decisione di ridurre a zero questo periodo stanno ora gradualmente facendo marcia indietro”.