Elisa Pierdominici

Elisa Pierdominici ora è su RaiPlay con il film di Pupi Avati

Il film, prodotto da Antonio Avati, è una produzione Duea Film con Rai Cinema, distribuito nelle sale italiane da 01 Distribution.

Attendi tanto. Diciotto anni prima che ti sia concesso di realizzare un film. Lo avevi nitido nel 2003 quando hai scritto la prima versione del soggetto. Nel frattempo hai fatto altro, molto altro, ma quell’impegno con Dante ti è rimasto dentro, tampellante, facendoti avvertire come una colpa il trascorrere del tempo. Poi, finalmente, incontri chi ti ascolta e non rimanda, chi apprezza l’idea e ti trovi “impreparato” a quell’assenso, a quell’accoglienza. Questo il mio stato d’animo di oggi, a poche ore dall’inizio delle riprese. Che si realizzi nell’Italia di oggi in cui le gerarchie di cosa e di chi conti è dettato da ben altro, un film sulla vita di Dante Alighieri, ha dell’inverosimile. Non oso ancora crederci”.

La trama è ambientata nella Firenze del 1350. Dopo la morte di Dante, Boccaccio riceve il compito di consegnare alla figlia del sommo dieci fiorini d’oro come “risarcimento tardivo dell’ingiustizia patita”. Durante il suo viaggio verso l’Emilia, lo scrittore di Certaldo segue in realtà un percorso di scoperta. Intessuti nella trama emergono i personaggi della Divina Commedia, le amicizie e le conoscenze di Dante, ripercorrendo così la sua vita: l’infanzia dolorosa con la morte della madre, l’incontro con l’eterna Beatrice, le amicizie e le ambizioni, le delusioni e le cadute, la guerra, il matrimonio, la solitudine.

Sostando negli stessi luoghi attraversati da Alighieri, Boccaccio, oltre alla figlia, incontra anche chi, negli ultimi anni dell’esilio, gli diede ospitalità, e chi lo respinse. Alla fine, grazie a questo itinerario, comincia a scrivere quello che diventerà il suo Trattatello in laude di Dante.

È quest’ultima una delle intuizioni migliori di Pupi Avati, che va contro la prevedibilità del mettere in scena gli episodi più memorabili della Comedia per farli rimanere pura poesia nelle parole di Dante, ricordando come l’immaginario di uno scrittore viene ispirato da ogni evento testimoniato o vissuto.